di CRISTANZIANO SERRICCHIO
a cura e con introduzione di SALVATORE FRANCESCO LATTARULO
ISBN: 88-6806-033-6
Quando alcuni anni fa conobbi Cristanziano Serricchio, mi
parlò di un dramma storico a cui stava finendo di lavorare. L’opera in
questione era La regina Giovanna. In questa tragedia rimasta incompiuta per la
morte del poeta viene fuori la concezione illuminata del potere da parte di
Giovanna I d’Angiò, che interpretò il suo ruolo sorretta da una visione laica e
moderna dello Stato, tenendo come punto fermo e irrinunciabile la separazione
netta fra trono e altare. Proprio il tentativo di arginare le ingerenze del
papato nelle vicende della corona ne accelerarono il declino. Fatale le fu
l’appoggio dato alla curia avignonese, durante lo scisma d’Occidente, nella
disputa contro la Chiesa di Roma. Carlo III di Durazzo non fu altro che il
braccio armato del pontefice Urbano VI che reclamò la testa di Giovanna come
contropartita per essersi schierata con l’antipapa ‘francese’ Clemente VII.
Pertanto la tragedia è un’amara denuncia delle degenerazioni del potere, delle
sue trame occulte, dell’uso politico della religione per soddisfare la sete di
conquista e le mire espansionistiche del successore di Pietro e vicario di
Cristo in terra. La scomunica che Urbano VI commina a Giovanna suona a conti
fatti come ingiusta condanna a carico della fede nell’amore e nella bellezza.
Cioè, in ultima analisi - e questa mi sembra essere la saldatura chiave di
questo testamento finale del cigno di Manfredonia - della poesia del mondo.